sabato 11 maggio 2019

Mura di Timolonte

In base alle dimensioni della collina e ai ritrovamenti susseguitisi nei secoli è possibile immaginare una notevole estensione del sistema difensivo dell'antica colonia greca, la quale si espande nella zona di Capo Soprano solamente in coincidenza della ricostruzione della città da parte del tiranno Timoleonte nel IV sec. a.C., epoca alla quale appartiene il tratto di mura messo in luce.
Dei circa quattrocento metri lineari di fortificazioni, risultano in ottimo stato di conservazione circa i tre quarti. Nel primo tratto le mura risultano rovinate a causa delle spoliazioni di epoca medievale, quando i ruderi venivano riutilizzati per la costruzione della nuova città federiciana di Terranova e per le successive espansioni cinque-seicentesche. Questo primo tratto rivolto a nord presenta grossi blocchi ben squadrati di pietra arenaria (di due colorazioni differenti), coi resti di una scala che conduceva ai camminamenti di ronda. Proseguendo si notano il basamento di una prima torre di avvistamento e i resti di una seconda torre con funzione militare esposta verso sud-ovest. Proseguendo ancora si giunge in un ampio piazzale dal quale è possibile ammirare il reperto in tutta la sua complessità. Per un tratto di oltre 200 metri le mura si sono conservate praticameate intatte. Qui le mura si presentano con un basamento sempre in grossi blocchi di arenaria (alto più di 3 metri) sopra al quale si sviluppa un tratto di mura realizzato in mattoni crudi (di argilla e paglia) detti "cotti al sole" (in quanto non venivano cotti in forni ma lasciati essiccare al sole per alcuni giorni prima di essere impiegati). Per la ricostruzione di alcune parti crollate recentemente è stata utilizzata la stessa tecnica usata anticamente dopo attenti studi sulla composizione dei mattoni. Le mura oggi come allora erano esposte a sud, in una zona particolarmente ventosa prospiciente la costa. Per tale ragione erano soggette a un continuo insabbiamento che ne provocava una diminuzione d'altezza mettendo a rischio la sicurezza della città. Si presume che, per aumentare l'elevazione in vista del probabile arrivo dei Cartaginesi, in seguito ad un vistoso insabbiamento gli antichi abitanti della città decisero di realizzare una sopraelevazione in mattoni crudi che risulta in qualche tratto imperfetta, probabilmente a causa della premura dettata dalla preoccupazione del momento. Una tecnica sicuramente più rapida e meno costosa. È inoltre ipotizzabile che l'orografia della zona si presentasse in maniera differente da quella attuale, con le mura poste direttamente a picco sul burrone della collina scoscesa sulla costa.
Sul lato meridionale delle mura si nota il basamento di un terzo torrione di avvistamento che assieme agli altri fa dedurre che la cinta muraria dovesse essere dotata a tratti regolari di torri di servizio. Poco dopo si apre una postierla ad arco ogivale e cieca, che serviva per le escursioni notturne.
Ancora dopo, a livello del terreno si possono notare delle canalette di scolo che costituiscono lo scarico del sistema di raccolta delle acque meteoriche di cui le mura erano dotate. Proseguendo sino all'angolo verso sud-est le mura vedono progressivamente aumentare la loro altezza sino a superare i 10 metri e, oltre l'angolo, presentano una serie di contrafforti ortogonali alla parete.
All'interno del perimetro delle mura, verso nord, è stato riportato alla luce il quartiere militare con resti degli edifici con gli alzati in mattoni crudi. Poco distante è stato scoperto un vasto quartiere residenziale di epoca timoleontea che ha dimostrato l'estensione della città a ridosso delle fortificazioni. Durante gli scavi della fine degli anni quaranta nella zona ad est delle mura sono venute alla luce delle casermette poi nuovamente coperte. In quest'ultima zona, già soggetta a scavi archeologici ai primi del 1900, sono ancora presenti rotaie e mezzi meccanici abbandonati adibiti agli scavi. Nel 2006, durante i lavori di scavo per la realizzazione di un parcheggio multipiano, nelle vicinanze del parco, è stata scoperta la testa in marmo bianco di una statua greca.
Capo Soprano è sempre stata una zona importante per la sua valenza militare grazie alla posizione alta sul mare e sulle montagne a nord della vasta pianura gelese, tanto che per riportare alla luce le mura è stato necessario abbattere numerosi bunker realizzati durante la seconda guerra mondiale sopra le dune sabbiose.

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